Life of Lord Byron, With His Letters And Journals, Vol. 5 by Baron George Gordon Byron Byron
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egli vede con tutto l'entusiasmo di un uomo ben nato la generosa
determinazione dei Napolitani per confermare la loro bene acquistata indipendenza. Membro della Camera dei Pari della nazione Inglese egli sarebbe un traditore ai principii che hanno posto sul trono la famiglia regnante d'Inghilterra se non riconoscesse la bella lezione di bel nuovo data ai popoli ed ai Re. L'offerta che egli brama di presentare è poca in se stessa, come bisogna che sia sempre quella di un individuo ad una nazione, ma egli spera che non sarà l'ultima dalla parte dei suoi compatriotti. La sua lontananza dalle frontiere, e il sentimento della sua poca capacità personale di contribuire efficacimente a servire la nazione gl' impedisce di proporsi come degno della più piccola commissione che domanda dell' esperienza e del talento. Ma, se come semplice volontario la sua presenza non fosse un incomodo a quello che l'accetasse egli riparebbe a qualunque luogo indicato dal Governo Napolitano, per ubbidire agli ordini e participare ai pericoli del suo superiore, senza avere altri motivi che quello di dividere il destino di una brava nazione resistendo alla se dicente Santa Allianza la quale aggiunge l'ippocrisia al despotismo."] [Footnote 18: Among his "Detached Thoughts" I find this general passion for liberty thus strikingly expressed. After saying, in reference to his own choice of Venice as a place of residence, "I remembered General Ludlow's domal inscription, 'Omne solum forti patria,' and sat down free in a country which had been one of slavery for centuries," he adds, "But there is _no_ freedom, even for _masters_, in the midst of slaves. It makes my blood boil to see the thing. I sometimes wish that I was the owner of Africa, to do at once what Wilberforce will do in time, viz. sweep slavery from her deserts, and look on upon the first dance of their freedom. |
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